Spaceman

Ben Howard – Promise

“Promise”

And meet me there, bundles of flowers
We’ll wade through the hours of cold
Winter she’ll howl at the walls
Tearing down doors of time

Shelter as we go…

And promise me this
You’ll wait for me only
Scared of the lonely arms
Surface, far below these birds

And maybe, just maybe I’ll come home

Who am I, darling to you?
Who am I?
To tell you stories of mine
Who am I?

Who am I, darling for you?
Who am I?
To be your burden in time, lonely
Who am I, to you?

Who am I, darling for you?
Who am I?
To be your burden

Who am I, darling to you?
Who am I?

I come alone here
I come alone here


“Promessa”

E incontrami lì, fasci di

fiori Guadaremo

attraverso le ore del

freddo inverno stricherà ai muri Abbattendo le porte del tempo

Shelter mentre andiamo …

E promettimi questo Mi aspetterai solo Spaventato dalle braccia solitarie Superficie, molto al di sotto di questi uccelli E forse, solo forse tornerò a casa Chi sono io, tesoro di te?

Chi sono io?
Per raccontarvi storie

mie Chi sono io?
Chi sono io, tesoro per
te?
Chi sono io?
Essere il tuo fardello nel tempo, solo

Chi sono io, per te?
Chi sono io, tesoro per
te?
Chi sono io?
Per essere

il tuo fardello Chi sono io, caro a te?
Chi sono io? Vengo da

solo qui vengo da solo qui

Sono trascorsi 29 anni dal giorno in cui abbiamo assistito a un’altra eclatante dimostrazione di impotenza da parte dello Stato di fronte alla Mafia. Un atto di arrogante forza senza precedenti, un monito diretto alla Politica, alla Magistratura e alle forze di Polizia. Il mostruoso connubio tra le mafie e la politica cercava la sua legittimazione, agendo con il suo stile distintivo.

Con quell’esplosione di un tratto di autostrada svanivano tutte le nostre speranze di vivere in uno Stato libero. Quell’epoca è stata segnata dal “processo alla politica italiana”, con tutto l’apparato costituzionale messo sotto accusa. Il parlamento era svuotato dagli avvisi di garanzia per corruzione e finanziamenti illeciti ai partiti.

Nel frattempo, a Palermo, durante il “Maxi processo alla Mafia”, venivano inflitti decine di ergastoli ai boss mafiosi, che nei decenni precedenti si sentivano al sicuro grazie alle protezioni offerte dagli americani durante l’occupazione e dai favori politici della Democrazia Cristiana in cambio di consensi elettorali.

Sebbene molti omicidi rilevanti fossero stati compiuti in modo quasi silenzioso nei decenni precedenti, come agguati mortali a magistrati, militari e forze dell’ordine, l’assassinio di Falcone e le stragi pianificate nei mesi successivi dovevano fare rumore. Dovevano far capire allo Stato che la mafia era potente e poteva colpire ovunque e in qualsiasi momento.

Solo la fortuna evitò una strage allo Stadio Olimpico durante la partita Lazio-Udinese: i telecomandi delle bombe piazzate in un’auto non funzionarono. Altrimenti, avremmo allungato notevolmente la lista delle vittime innocenti delle mafie.

Con il “senno di poi”, abbiamo compreso che da quelle stragi sono nati i governi e gli assetti costituzionali successivi. Abbiamo dovuto accettare quella che i giuristi definiscono “Costituzione Informale”, basata sulle decisioni contingenti del potere esecutivo, che da un lato nascondeva i suoi legami con le mafie, ma dall’altro cercava di migliorare l’assetto normativo intorno ai mafiosi.

Negli ultimi anni sono emerse molte verità sulla “Trattativa Stato-Mafia”. Molti protagonisti di quell’epoca sono ancora attivi, con il concreto rischio di ritornare al potere. La cosa più inquietante è che per anni e forse ancora oggi la verità su questi fatti è stata considerata un’ “opinione politica”, fino a quando non è divenuta un atto giudiziario, anche se oggi potrebbe sembrare irrilevante a causa del tempo trascorso.

L’Italia tende a dimenticare velocemente, e con una certa inclinazione verso il razzismo xenofobo-religioso, potrebbe rilegittimare figure come Hitler, Mussolini, Riina e Provenzano, persino Berlusconi (che sta risalendo nelle preferenze). Tutto ciò senza dimenticare di celebrare i martiri della Repubblica.


Quella che abbiamo vissuto in questa legislatura è stata un occasione sprecata.
Il M5S è morto, lo era da un bel po.
Oggi è diventato altro, ed era assolutamente prevedibile. I “ragazzi” che abbiamo sostenuto, difesi in tutti gli ambienti ostili, sono diventati “uomini di governo e delle istituzioni”, e temo che salterà anche il limite dei 2 mandati, perchè oramai si è capito che stanno cambiando tutte le carte in tavola, in tempo reale.
Il movimento nasce per mettere fine con un “RESET” la dilagante corruzione nelle istituzioni, le collusioni della politica con le organizzazioni criminali, per fare chiarezza su moltissime questioni italiane che non hanno mai avuto risposta.
Niente è stato fatto di tutto questo, e alla fine ci ritroviamo in un governo con Brunetta, Gelmini e Carfagna. Questo è nient’altro che “il RESET DEFINITIVO DEL MOVIMENTO”.
Più morti di cosi.

A seguire la “lista” dei ministri (sembra un governo Berlusconi)

Ministri senza portafoglio
Rapporti con il Parlamento
Federico D’Incà
Innovazione tecnologica e la transizione digitale
Vittorio Colao
Pubblica amministrazione
Renato Brunetta
Affari regionali e le autonomie
Mariastella Gelmini
Il sud e la coesione territoriale
Maria Rosaria Carfagna
Politiche giovanili
Fabiana Dadone
Pari opportunità e la famiglia
Elena Bonetti
Disabilità
Erika Stefani
Coordinamento di iniziative nel settore del turismo
Massimo Garavaglia

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Ministri con portafoglio
Affari Esteri e Cooperazione internazionale
Luigi Di Maio
Interno
Luciana Lamorgese
Giustizia
Marta Cartabia
Difesa
Lorenzo Guerini
Economia e Finanze
Daniele Franco
Sviluppo economico
Giancarlo Giorgetti
Politiche agricole alimentari e forestali
Stefano Patuanelli
Ambiente, tutela del territorio e del mare
Roberto Cingolani
Infrastrutture e trasporti
Enrico Giovannini
Lavoro e politiche sociali
Andrea Orlando
Istruzione
Patrizio Bianchi
Università e ricerca
Maria Cristina Messa
Beni e attività culturali e turismo
Dario Franceschini
Salute
Roberto Speranza