Spaceman

Il Tiny Desk sta lavorando da casa per il prossimo futuro. Ti presentiamo i concerti Tiny Desk (casa) di NPR Music, che ti offrono spettacoli da tutto il paese e dal mondo. È lo stesso spirito: set essenziali, un ambiente intimo, solo uno spazio diverso.

Maia Stern | 1 novembre 2021
Nel loro concerto di Tiny Desk (a casa), i War On Drugs si riuniscono nel loro affollato studio a Burbank, in California, per farci conoscere il divertente e intricato funzionamento interno della loro arte. Dopo aver aperto lo spettacolo con “I Don’t Live Here Anymore”, che condivide lo stesso titolo del loro nuovo album, il frontman Adam Granduciel presenta la band e chiede se qualcuno ha un capo. Improvvisamente una piccola scrivania molto premurosamente realizzata con bacchette al posto delle gambe (e sormontata anche da una minuscola lampada!) Si abbassa lentamente nello spazio, consegnando detto capo. Granduciel sorride e il gruppo continua con altre tre tracce del nuovo disco: “I Don’t Wanna Wait”, “Old Skin” e “Change”.

Sebbene il grande suono della band sia adatto a riempire un’arena, siamo fortunati a sentirlo risuonare in questo ambiente accogliente. Il quinto album dei War On Drugs, pubblicato il 29 ottobre, presenta nuove canzoni che sembrano familiari e fedeli al loro suono. Originariamente con sede a Philadelphia, PA, i membri della band sono ora sparsi in tutto il paese, ma si sono riuniti per fare jam, demo e infine registrare questo album come unità affine.

Le nuove canzoni parlano di riconnessione, cambiamento e incertezza.
Questa frase della title track risuona con me nel contesto dell’ignoto quotidiano che la pandemia ha portato: “Il tempo mi circonda come un oceano / I miei ricordi come onde / La vita sta morendo al rallentatore / O sta diventando più forte ogni giorno”. C’è una bella tensione e molta gioia in queste ballate classiche.

SET LIST
“I Don’t Live Here Anymore”
“I Don’t Wanna Wait”
“Old Skin”
“Change”

MUSICIANS
Adam Granduciel: vocals, guitar
Dave Hartley: bass, backing vocals
Charlie Hall: drums
Anthony LaMarca: guitar, backing vocals
Robbie Bennett: keyboards
Jon Natchez: saxaphone, keyboards

CREDITS
Video: Cody William Smith, Danny Garfield
Audio: Austin Asvanonda
Director: Cody William Smith
Editor: Danny Garfield
Audio Mixing: Austin Asvanonda
Camera Operators: Paolo Arriola and Keith Pratt
Gaffer: Christopher Oh

TINY DESK TEAM
Producer: Maia Stern
Video Producer: Maia Stern
Audio Mastering: Josh Rogosin
Tiny Production Team: Bob Boilen, Bobby Carter, Kara Frame, Sofie Hernandez-Simeonidis
Executive Producer: Keith Jenkins
Senior VP, Programming: Anya Grundmann

Amusement park on fire

I′m amazed I can breathe
Aether within or without
From the depths of the sea
Here believing it’s all ocean now
What was left as debris
Taking the easy way out

They′d convey this to me:
‘You’ve gotta get in to get out′
What a waste this could be
Remembering all of this now
As I make my escape
Taking the easy way out

Taking the easy way out
I′m amazed I can breathe
Taking the easy way out
From the depths of the sea
Taking the easy way out
What was left as debris
Taking the easy way out
Old salt, manatee

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Sono stupito di poter
respirare etere dentro o fuori
Dalle profondità
del
mare Qui credendo
che sia
tutto oceano ora Cosa
è rimasto come detriti Prendendo
la via d’uscita facile Mi trasmetterei questo: ‘Devi entrare per uscire’
Che spreco questo potrebbe essere Ricordare tutto questo ora
Mentre faccio la mia fuga
Prendere la via d’uscita
facile Tak ing la
via d’uscita facile Sono stupito
di poter respirare
Prendere la via
d’uscita
facile Dalle profondità del mare Prendere la via d’uscita facile Cosa è stato lasciato come detriti Prendere la via d’uscita
facile Sale vecchio, lamantino

Ben Howard – Promise

“Promise”

And meet me there, bundles of flowers
We’ll wade through the hours of cold
Winter she’ll howl at the walls
Tearing down doors of time

Shelter as we go…

And promise me this
You’ll wait for me only
Scared of the lonely arms
Surface, far below these birds

And maybe, just maybe I’ll come home

Who am I, darling to you?
Who am I?
To tell you stories of mine
Who am I?

Who am I, darling for you?
Who am I?
To be your burden in time, lonely
Who am I, to you?

Who am I, darling for you?
Who am I?
To be your burden

Who am I, darling to you?
Who am I?

I come alone here
I come alone here


“Promessa”

E incontrami lì, fasci di

fiori Guadaremo

attraverso le ore del

freddo inverno stricherà ai muri Abbattendo le porte del tempo

Shelter mentre andiamo …

E promettimi questo Mi aspetterai solo Spaventato dalle braccia solitarie Superficie, molto al di sotto di questi uccelli E forse, solo forse tornerò a casa Chi sono io, tesoro di te?

Chi sono io?
Per raccontarvi storie

mie Chi sono io?
Chi sono io, tesoro per
te?
Chi sono io?
Essere il tuo fardello nel tempo, solo

Chi sono io, per te?
Chi sono io, tesoro per
te?
Chi sono io?
Per essere

il tuo fardello Chi sono io, caro a te?
Chi sono io? Vengo da

solo qui vengo da solo qui

Ho pensato ad un Sud che reagisce, che smette si essere individualmente furbo e opportunista e e che finalmente crei la propria fortuna, le proprie imprese, sfruttando al massimo lo smisurato patrimonio naturale, storico e artistico che possiede, e perchè no, anche le proprie icone, facendole diventare reddito, occupazione, ricchezza.
Un luogo che cominci a credere finalmente nelle proprie capacità di organizzazione e di impresa, smettendo di delegarle altrove, con risultati spesso disastrosi.
Un nuovo Sud che crei opportunità ai suoi giovani, che non li lasci partire, che crei il proprio tessuto economico con intelligenza, collaborazione e solidarietà.
L’argomento è sempre di cogente e pratica attualità, perché nonostante qualcuno sostenga che il problema non sussiste (probabilmente perché solitamente questi soggetti sono ben integrati e retribuiti), sono i giovani (e non solo) del Sud del Mondo a lasciare le proprie famiglie per cercare fortuna puntando la bussola verso il nord.

Così mentre scrivevo questa “tammurriata in 6/8” e tentavo di cantarla mi sono ricordato di non avere più la voce per fare “il cantante”.
Serviva una voce un po rauca, un atteggiamento determinato, pensavo chi potesse cantarla, con la stessa intensità, ed il primo pensiero è andato a Monica Sarnelli, ma non la sentivo da quasi un anno, e poi chissà se avrebbe accettato questa canzone così dura e così diversa dal suo repertorio.
Mentre pensavo queste cose indovinate chi mi ha chiamato per caso?
Il resto della storia la ascolterete tra non molto. Monica ha fatto lo stesso sogno di un Nuovo Sud e con Dario Andreano mi raggiungerà oggi per la 2a sessione di registrazione della voce.


Gli arrangiamenti di Ivan Russo sono belli, la voce di Monica è fantastica e giusta, la canzone mi piace.

Stay tuned!