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La morte di Daphne Caruana Galizia

Sono passati due anni dal 16 ottobre 2017 quando saltò in aria con un’autobomba la giornalista maltese Daphne Caruana Galizia e non conosciamo ancora i mandanti dell’omicidio. Daphne Caruana Galizia faceva parte del pool internazionale di giornalisti investigativi che ha indagato sui Panama Papers, sulla rete internazionale di società off shore e i loro beneficiari che ha coinvolto a Malta esponenti del governo. Daphne Caruana Galizia è stata delegittimata in vita e in morte. L’inchiesta di Fanpage.it a Malta ha raccolto le testimonianze di amici e parenti, di giornalisti coraggiosi che chiedono alla comunità internazionale, all’Europa di mettere sotto osservazione Malta dove la libertà d’informazione è a rischio.

Santino Di Matteo è il primo pentito di mafia ad aver raccontato la strage di Capaci.  Per metterlo a tacere, Totò Riina e Giovanni Brusca sciolsero nell’acido suo figlio Giuseppe.  Dopo 23 anni di carcere, la Corte di Cassazione ha negato i domiciliari per Brusca nonostante il parere favorevole della Procura Antimafia.  «Io e Brusca abbiamo ucciso assieme – racconta Di Matteo a Sandro Ruotolo -. Poi lui ha sequestrato mio figlio Giuseppe perché non voleva parlassi».  «Dopo il pentimento di Brusca – continua Di Matteo – incontrai la moglie con il figlio e bloccai l’altro mio figlio, Nicola, che voleva vendicarsi».  «Io ho sempre chiesto perdono alle mie vittime, ma da Brusca il perdono non lo accetterò mai – afferma ancora Di Matteo – e non credo minimamente al suo pentimento».