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Perché ogni volta che si parla di misteri e di stragi in Italia, ci sono mafia, servizi segreti e massoneria? Cos’è la massoneria, anzi cosa è diventata la massoneria italiana? Giuliano Di Bernardo è stato al vertice dell’organismo massonico più importante, il Grande Oriente d’Italia, nei terribili anni che vanno dal 1990 al 1993. Gli anni delle spinte autonomiste, del tentativo di colpo di stato attuato con la strategia terroristica di mafia e ‘ndrangheta. Giuliano Di Bernardo è uno dei testimoni dei magistrati di Reggio Calabria titolari dell’inchiesta sulla ‘Ndrangheta Stragista, per la prima volta svela una serie di retroscena di quei terribili anni. Spiega che, nonostante il divieto dopo la legge Spadolini-Anselmi e dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, in realtà sono state costituite logge coperte nel Grande Oriente d’Italia.

Giuliano Di Bernardo, l’ex Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, mostra in esclusiva per Fanpage.it due lettere originali inviategli dal capo della P2 Licio Gelli nel 1990, in cui compare il nome del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, citato da Gelli come “Un martire dello Stato ma anche della causa massonica […] emarginato, perseguitato e mandato allo sbaraglio perché massone”. Nella seconda lettera invece Gelli chiede all’allora Gran Maestro di essere riammesso nel Grande Oriente d’Italia ritenendo di aver subito un “processo sommario”. Non ricevendo risposta alle sue lettere Gelli invia a Di Bernardo un emissario, “che si trovava all’epoca ai vertici della massoneria toscana” con il seguente messaggio: se Gelli fosse stato riammesso avrebbe offerto al Gran Maestro l’elenco completo, con i relativi dossier, dei membri della Loggia P2, elenco che la magistratura ha cercato invano per molti anni e di cui non si ha traccia.